di Roberto Pomi

VITERBO – ''Il problema non ci sarebbe stato se non avessimo imbarcato pezzi del centrodestra'', è lapidario Francesco Serra sul riaccendersi della questione decadenza Moltoni.

Lui tra i sette assenti nelle file della maggioranza nel consiglio di ieri. Assente per problemi familiari reali, ma anche se fosse stato libero non si sarebbe comportato molto diversamente. ''Questa situazione ha le sue radici all’origine dell’esperienza Michelini, quando venne deciso di allargare a uomini che erano stati nelle giunte delle amministrazioni di centrodestra. Moltoni era uno di questi, ma anche Tofani e lo stesso presidente Ciorba veniva da quella storia. Per essere molto chiari'', ci tiene a puntualizzare.

Per l’ex capogruppo Pd la vicenda è troppo ingarbugliata e qualsiasi cosa un consigliere possa decidere di fare rischia davvero di sbagliare. Ieri il nuovo capogruppo Mario Quintarelli ha cercato di portare gli assenti del Partito Democratico in aula d’Ercole. Viste le assenze ha fatto partire le chiamate ma in sei gli hanno risposto picche. ''Non ha senso accelerare sulla votazione quando a breve ci sarà la sentenza della causa tra Comune e assicurazione – continua Serra -. Se quest’ultima perde Moltoni può pagare gli 80mila euro. Farlo decadere oggi e poi trovarsi domani in questo scenario può originare rischi per i consiglieri che votano. Ma c’è anche un problema di democrazia. E’ stato regolarmente eletto e farlo decadere è un qualcosa di difficile da decidere. Io non me la sento e se proprio vogliono che si voti sono pronto anche ad andare in aula e votare no. Motivando naturalmente il tutto in consiglio''.

Per il consigliere inopportuno anche l’intervento stampa di Martina Minchella, che ha parlato di ''difesa della casta''. ''Negli ultimi giorni il consigliere ha fatto due interventi, quello su De Dominicis e questo sul caso Moltoni che poteva risparmiarsi'', così Serra.